Melograni: caratteristiche, coltivazione e raccolta

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Ad oggi il melograno è uno degli alberi più coltivati e più apprezzati in tutto il territorio mediterraneo.

Contrariamente a quanto si possa pensare, il melograno affonda le sue radici storiche nella zona mediorientale: questo, difatti, in principio era coltivato dalle popolazioni arabe.

Successivamente i romani, attraverso le innumerevoli conquiste geografiche che posero in essere, impararono a coltivare il melograno dalle popolazioni Puniche, e ne estesero la produzione a tutta l’area mediterranea.

Il melograno è un frutto ampiamente consumato, e se ne apprezzano i frutti costituiti da una buccia dura e da un interno colmo di semi polposi e dolci.

Questo frutto, poi, è stato introdotto successivamente in America Latina solo verso la fine degli anni sessanta del settecento, quando i colonizzatori spagnoli portarono con sé delle piante di melograno.

Cos’è il melograno?

Il melograno è una pianta facente parte della famiglia delle Punicacee, del genere Punica e della specie granatum.
Il frutto del melograno, ovvero la melagrana, fa parte dei cibi ricchi di vitamina A e di vitamina A. Inoltre è anche molto ricco di acqua, fruttosio, sali minerali, antiossidanti, fibre.

Grazie alle sue proprietà antiossidanti, è stato recentemente considerato come un frutto che è in grado di prevenire il cancro, ma approfondiremo la questione nei prossimi paragrafi.

E’ curioso ricordare come i frutti di melograno, nel corso della storia, abbiano assunto degli utilizzi esoterici, infatti sin dall’antichità venivano impiegati anche nella medicina.

Le melagrane sono integrabili nella dieta di qualsiasi soggetto sano, quindi le eventuali controindicazioni sono da riferirsi principalmente per chi soffre di patologie a livello metabolico, come l’obesità.
Il frutto viene mangiato principalmente crudo e, essendo difficile da sbucciare, molti preferiscono bere il succo della polpa. Questo particolare succo, viene usato per produrre sia ricette più elaborate sia liquori alcolici.

Le proprietà

Le melagrane apportano una quantità medio bassa di energia, tra i 52-60 kcal per 100 gr. Sono composte per l’80 per cento di acqua, mentre la restante parte si divide tra zuccheri, proteine, fibre e lipidi. Il frutto del melograno non aumenta i livelli di colesterolo e non contiene lattosio, glutine e istamina. Sono presenti invece, in concentrazioni molto piccole, le purine e l’amminoacido fenilalanina.

Inoltre, il melograno è ricco di minerali, in particolare di potassio, fosforo, ma anche di sodio, magnesio e ferro in quantità decisamente minori.

Il melograno nella dieta

Il melograno, pur non contenendo alti quantità di calorie, va limitato in caso di patologie come l’obesità, in quanto il suo apporto di fruttosio potrebbe creare danni per chi soffre di diabete di tipo 2 e di ipertrigliceridemia. Ma grazie alla presenza di polifenoli e di vitamine antiossidanti, rappresenta una buona soluzione contro gli eccessi di colesterolo e lo stress ossidativo.

La ricchezza di fibre può aiutare a prevenire e curare le stipsi e aiuta l’assorbimento di grassi. E’ importante sapere che la stitichezza può provocare l’insorgenza di altre patologie come ragadi anali, emorroidi, diverticolite e tumore all’intestino crasso.
Non ha quindi controindicazioni per chi soffre di celiachia o di intolleranza al lattosio. Attenzione però all’eccesso di fruttosio che può causare un eccesso di acido urico nelle urine.

La ricchezza di acqua e potassio ha degli effetti positivi sulla funzione della pressione sanguigna, per chi pratica attività motoria a ritmi elevati e per chi è soggetto a rischio disidratazione, come gli anziani.

Infine possiamo dire come la melagrana è adatta a qualsiasi dieta vegetariana o vegana.

Gli effetti benefici

E’ da ormai tanto tempo che si discute sulle proprietà benefiche di questa pianta e del suo frutto. Molte di queste sono state ampiamente dimostrate a livello scientifico, altre invece sono ancora discusse e rimangono ancora un’ incognita.

Il melograno possiede proprietà astringenti, ovvero, grazie alla presenza di tannini nella corteccia e nei fiori, può aiutare in caso di emorragie vaginali e intestinali. Inoltre possiede anche proprietà antidiarroiche, infatti la polvere ottenuta dall’essicazione delle melagrane è in grado di contrastare e prevenire la diarrea.

Non bisogna dimenticare le proprietà vermifughe ed antielmintiche, che agiscono con effetto paralizzante nei confronti della tenia.

Il melograno è in grado anche di preservare l’apparato gastrico, con l’estratto di melograno che contrasta gli effetti negativi dell’etanolo.

Vi sentite la gola secca e volete rinfrescarla? Un infuso preparato con petali di fiore di melograno è perfetto per rinfrescare il proprio cavo orale, grazie alle sue proprietà rinfrescanti delle gengive. Inoltre possiede proprietà diuretiche, a livelli, però, decisamente bassi, e proprietà aromatiche, infatti l’aroma delle bucce di melagrana viene utilizzato per preparare diversi aperitivi e liquori.

Come abbiamo detto precedentemente, le proprietà antiossidanti possono rivelarsi utili, grazie alla presenza di polifenoli e vitamina C.

Può curare il cancro?

Il melograno è sicuramente un frutto di cui si possono sfruttare le sue caratteristiche anticancro. Questa particolare caratteristica è data probabilmente dalla presenza di acido ellagico, che evita la distruzione della proteina tumorale 53.
In parole povere, la proteina tumorale 53, cosiddetta P53, ha la funzione di rallentare la nascita o sopprimere le cellule tumorali.

Purtroppo, però è stata smentita l’ipotesi che il melograno posso effettuare realmente un effetto anticancro, ma non bisogna sottovalutare l’effetto benefico dato dalla lotta allo stress ossidativo, che è uno dei fattori principali che porta l’invecchiamento delle cellule e l’insorgenza di patologie gravi.

Melograno: nome e famiglia

Per identificare nella maniera più giusta e sensata una pianta, è sempre opportuno partire dal suo nome originale: in questo caso, il nome latino del melograno è Punica granatum: il nome Punica circoscrive, come accennato in precedenza, l’origine della pianta nelle zone abitate dai Punici.

L’albero appartiene alla famiglia Punicaceae, del genere Punica.

La struttura del melograno

Da un punto di vista strutturale, il melograno presenta un fusto poco imponente, che ha una particolare tendenza a sfaldarsi.

Per quanto riguarda l’altezza complessiva, il melograno non supera i 5/6 metri di altezza, rivelandosi quindi ottimo per eventuali coltivazioni in casa.

Si tratta di uno dei fruttiferi più longevi in assoluto, riuscendo a vivere fino ai 200 anni.
Le foglie cominciano ad adornare i rami spogli con il sopraggiungere della primavera.

Dal punto di vista della coltivazione, invece, il melograno non crea particolari problemi: questo, infatti, cresce tranquillamente nella zona mediterranea; una volta avviata la potatura, che è un’operazione fondamentale da fare per fare in modo di assicurare una cura all’albero, il melograno sopporterà tranquillamente il calore tipico della stagione estiva, così come resisterà la siccità dei mesi caldi.

Coltivazione

La coltivazione del melograno sta raggiungendo una popolarità sempre maggiore grazie, appunto, agli effetti benefici e alla bellezza della pianta. E’ molto semplice da coltivare ed è consigliabile collocarla in un frutteto o in un giardino.

Questa piante viene coltivata anche solo per scopo estetico, infatti i suoi fiori di colore arancione rosso risultano molto appariscenti. I fiori sbocciano in un periodo che va dalla tarda primavera all’estate, ma sono anche godibili, a livello visivo, i frutti che maturano nel periodo autunnale.

E’ un tipo di pianta che può essere coltivata senza alcun problema di natura biologica, possono essere utilizzati concimi naturali come il compost e le malattie e i parassiti possono essere trattati attraverso sostanze ecologiche.

Il melograno viene coltivato sin dall’antichità ed è presenta nei nostri territori già dal periodo dei fenici e degli antichi romani, anche se è una pianta dalle origini orientali.

Il clima e il terreno adatti

Il melograno è una pianta tipica dei territori temperati o caldi, quindi soffre quando si trova a temperature più rigide. Proprio per questo motivo è più presente nelle zone centrali e meridionali dell’Italia. E’ coltivabile anche a nord, ma è preferibile collocarla in zone riparate e soggette direttamente alla luce del sole.

I terreni prediletti del melograno sono sicuramente i terreni sciolti. Se è stato deciso di piantare il melograno in un terreno molto argilloso, è consigliabile miscelare della sabbia alla terra dove viene scavata la buca, in cui viene piantata. Essendo una pianta capace di sfruttare anche le condizioni meno ottimali, riguardo le sostanze nutritive, resiste anche al calcare e alla carenza di ferro.

Piantare un albero di melograno

La messa a dimora del melograno avviene in autunno e all’inizio della primavera.

Il trapianto avviene attraverso una buca di grandi dimensioni e una concimazione di fondo, che va effettuata ogni anno, aggiungendo altro compost. E’ importante che la pianta sia diritta che la terra sia compressa prima di essere annaffiata.

Il melograno si riproduce con attraverso talea, propaggine, margotta, ed è difficile trovare piante innestate.

Per quanto riguarda i sesti di impianto, questi dipendono dalla vigoria che il melograno può assumere. Se si decide di fargli assumere un portamento ad alberello, è necessario, prevedendo uno sviluppo maggiore, tenere una distanza di 4 o 5 metri tra le piante. Mentre è opportuno mantenere una distanza di 3 metri, in caso si scelga un portamento cespuglioso.

Raccolta

La raccolta del melograno viene effettuata nel periodo autunnale, ovviamente il periodo può variare in base alla zona climatica e alla stagione. Le dimensioni dell’albero sono piuttosto contenute, quindi non c’è bisogno di scale alte per raccogliere.
E’ consigliato l’utilizzo di cesoie per tagliare il gambo del frutto in maniera netta, vista la sua consistenza legnosa. E’ importante fare attenzione a non ferire l’albero strappando la frutta a mano, perché crea porzioni di corteccia attaccabili da insetti e malattie.

Può succedere che la melagrana si spacchi direttamente sull’albero, ciò succede quando il frutto è maturo o c’è una carenza o un eccesso di acqua. E’ opportuno, in questi casi, coglierlo, per evitare che marcisca.

A questo punto, i melograni, vanno conservati per più di un mese dopo che vengono raccolti. Bisogna tenerli in ambienti non eccessivamente umidi e la temperatura più indicata per conservarli è tra i 5 e i 6 gradi.

Consigli per coltivare il melograno

Innanzitutto, è doveroso parlare del terreno: questo, infatti, deve essere ben drenato, anche sassoso o povero, al fine di coadiuvare quanto più possibile lo sviluppo di tutto l’apparato radicale.

Si consiglia, prima di mettere in dimora la pianta, di lavorare il terreno fino in profondità, aggiungendo eventualmente del terriccio fresco e del concime naturale.

E’ essenziale fare in modo che la pianta cresca in un luogo ben esposto ai raggi solari: se posto in una zona ombrosa, difatti, verranno prodotti pochi fiori, portando così ad un deperimento graduale della pianta.

Per quanto riguarda l’irrigazione, invece, è utile tenere presente alcuni fattori di vitale importanza, al fine di non pregiudicare il risultato finale dei frutti e della crescita dell’albero: il melograno teme particolarmente i ristagni idrici, e sopporta molto bene la siccità.

Poste in essere siffatte premesse, dunque, è pacifico affermare che si debba evitare di irrigare gli alberi in caso di terreno umido, o di abbondanti precipitazioni: in questo modo si eviterà di stressare eccessivamente l’albero.

E’ importante, inoltre, dirigere il getto d’acqua solo verso l’apparato radicale, evitando così di bagnare il tronco.

I frutti di melograno

Il pezzo forte dell’albero del melograno è senza dubbio il suo frutto: questo presenta una buccia coriacea, mentre al suo interno sono racchiusi, quasi come in uno scrigno di profumi e di sapori, i suoi semi dolci o leggermente aciduli.

Il metodo migliore per consumare il melograno è aprire il frutto, portare la buccia alla bocca e mangiarne i semi, per poi sputare la parte più interna.

A causa della sua natura, il melograno non è utilizzato in maniera massiccia per quanto riguarda l’industria alimentare, poiché è complicato gestirne la produzione.

Il modo migliore per consumare i suoi frutti è quello di raccoglierli dall’albero, aprirli e mangiarli freschi e crudi: in questo modo si assaporerà la dolcezza del melograno in tutto il suo splendore.

Il melograno va aperto in spicchi: questo, difatti, si configura come il metodo più comodo per mangiarlo, poiché la sua buccia coriacea non consente di sbucciarlo comodamente.

La raccolta dei melograni deve avvenire quando questi hanno la buccia rosata o rosso intenso; è possibile conservarli fino ad un mese in frigorifero.

Il fatto che si secchino senza marcire, poi, fa sì che possano essere utilizzati anche come degli oggetti ornamentali.

Il clima adatto per il melograno

Omaggiando anche la storia di questo meraviglioso albero, è bene notare come il melograno cresca perfettamente nella zona del bacino Mediterraneo: è quindi importante scegliere una collocazione calda e riparata.

Il momento migliore per procedere alla coltivazione del melograno, è in un periodo che va da Ottobre ad inizio Dicembre.

Senza l’intervento umano, il melograno può crescere tranquillamente; tuttavia, è importante drenare il terreno con delle periodiche concimazioni organiche, da porre principalmente ai piedi della pianta.

In questo modo, dunque, si assicurerà una crescita effettiva della pianta, facendo così in modo che questa venga assuma tutto il fabbisogno nutritivo necessario per la maturazione dei suoi frutti.

Gli strumenti adatti per la potatura

La potatura degli alberi è un’operazione obbligatoria da fare: questa, infatti, è di fondamentale importanza per cercare di evitare quanto più possibile quelle che sono le eventuali lesioni dei rami, che potrebbero dare il via libera all’infiltrazione di batteri o di funghi.

E’ importante munirsi di apposite cesoie per tagliare i gambi, poiché altrimenti si rischierebbe di danneggiare il frutto e di perderlo definitivamente.

Il melograno in cucina: un ingrediente inaspettato

Contrariamente a quanto si possa pensare, il melograno può essere tranquillamente consumato anche in cucina: che si tratti di condire un melograno in salsa agrodolce, o di utilizzare questo splendido frutto per fare delle gustose confetture, il melograno si presta a molteplici ricette, esaltando quindi quella che è la sua enorme versatilità.

Per fare una gustosa confettura è necessario semplicemente estrarre il succo dai melograni, avere a disposizione due mele preferibilmente verdi, così da dare quella consistenza cremosa alla marmellata, e finire il tutto con dello zucchero e del succo di limone.

Con pochi e semplici ingredienti, dunque, è possibile ricavare una marmellata da mangiare in qualsiasi occasione, che sia la mattina a colazione, o che si tratti di una sana e gustosa merenda in compagnia di grandi e piccini.

Come coltivare il melograno se non si ha a disposizione un terreno

Il melograno, come più volte detto, è un albero altamente versatile: ciò significa, infatti, che può essere tranquillamente coltivato anche in casa, mettendolo in un apposito vaso; va da sé che il risultato finale sarà quello di un melograno nano, la cui altezza non supererà il metro complessivamente.

E’ pacifico affermare che coltivare il melograno in vaso richieda una serie di attenzioni maggiori, come ad esempio un’idratazione maggiore e più frequente: qualora non si idratasse a dovere la pianta, infatti, questa avrà difficoltà a sviluppare il suo apparato radicale, pregiudicando quindi il risultato finale della pianta.

Il melograno nano, infine, deve essere constantemente monitorato e potato per evitare la crescita disordinata dei rami.

In definitiva, quindi, il melograno è un albero in grado di restituire tantissime sensazioni. Il fatto che affondi le sue radici storiche fino a duemila anni fa, poi, lo rendono ancora più affascinante.

Attraverso semplici accorgimenti e con qualche trucco dettato dall’esperienza, poi, sarà possibile contare su una resa finale a dir poco perfetta.

Per gli amanti di questo frutto che però non sono in possesso di un terreno, poi, c’è la possibilità di poterlo coltivare comodamente in casa, utilizzando degli appositi vasi dove farlo crescere.

Il fatto che non richieda particolari cure, poi, lo rende perfettamente gestibile; i frutti che restituirà delizieranno i palati di tutti, sia mangiandolo chicco per chicco (quasi come se fossero delle caramelle), sia utilizzando i suoi frutti per la preparazione di confetture o di succhi di frutta nutrienti e adatti per ogni occasione.

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Questo fruttifero è originario dell’Asia. Le ipotesi più accreditate lo indicano come endemico del Medio Oriente o dell’India settentrionale. In Italia arrivò grazie ai romani che lo conobbero nel Nord dell’Africa, in particolare durante le guerre puniche, da cui il suo nome in latino “Punica Granatum”.

I melograni sono arbusti di taglia media/piccola dal portamento arrotondato. Le varietà più grandi raggiungono i 5 metri di altezza per 3 metri di diametro. In condizioni ottimali è tra i fruttiferi più longevi, visto che può superare tranquillamente i 200 anni di vita. I rami, dotati di spine, rimangono spogli fino a metà primavera quando spuntano le foglie, ad inizio stagione sono di un bel verde vivace per diventare dorato acceso in autunno.

La corteccia è molto decorativa: è infatti molto attraente il contrasto tra i rami e il tronco (argentati) e i nuovi getti, rossastri. I fiori, che possono essere più o meno doppi a seconda delle varietà, appaiono da maggio a settembre nei colori dal rosso al giallo pallido. I frutti, di grande bellezza, maturano tra l’autunno e l’inverno. Sono composti da una scorza coriacea di color giallo o rosso scuro contenente una miriade di semi rossi, traslucidi, dal gusto dolce o acidulo.

Immagini deli nostri grandi alberi Melograni

Melograni 1
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