Piante carnivore: quali scegliere e come prendersene cura

Piante carnivore: cosa sono e come vivono

Idee Giardino, Piante carnivore: cosa sono e come vivono

Le piante carnivore sono dette anche insettivore, ma in realtà alcune delle più di 600 specie conosciute non si nutrono di soli insetti. La definizione “carnivore” deriva dal fatto che si sono specializzate nella cattura di insetti o piccoli animali, necessari alla loro sopravvivenza.

Gli organismi, una volta “digeriti”, forniscono loro le sostanze azotate, il fosforo e altri elementi che non troverebbero nei terreni su cui crescono (molto aridi e rocciosi, o paludosi, ma comunque notevolmente acidi e privi di calcio).

Le loro parti verdi, che contengono clorofilla, sono in grado di svolgere la fotosintesi sintetizzando i carboidrati, ma possono procurarsi le sostanze azotate mancanti nel terreno solo praticando la cosiddetta carnivorìa, che sfrutta le proteine animali. Perciò le radici sono poco sviluppate, mentre le foglie hanno colori e forme appariscenti e ingegnosi meccanismi per catturare le “vittime”.

Generalmente, sono le foglie modificate durante l’evoluzione delle specie che formano trappole per la cattura: ne esistono di diversi tipi, tutte molto ingegnose.

La maggior parte delle piante carnivore si nutre comunque di insetti delle dimensioni di una mosca o di una vespa o altri piccolissimi invertebrati, solo alcune (non tra le piante carnivore che si possono coltivare in casa) possono catturare piccoli mammiferi.

Una suddivisione possibile delle piante carnivore in categorie può basarsi sui cinque tipi di trappole per le diverse specie: a scatto, adesive, a scivolo, a nassa, ad aspirazione.

La più conosciuta forse tra tutte le piante carnivore, e sicuramente tra quelle che utilizzano il meccanismo della trappola a scatto, è comunemente detta “Venere acchiappamosche”, appartente al genere Diogenea.

In questo tipo di trappola le foglie assumono la forma di due lobi posizionati strategicamente uno di fronte all’altro e uniti da una nervatura su uno dei lati lunghi; i bordi dei lobi sono circondati da peli resistenti e aguzzi.

Le due foglie sono pronte a chiudersi a scatto, velocemente (anche meno di un secondo), unendo i peli come i denti di una cerniera e intrappolando l’insetto, attratto dal colore vivace del fondo della trappola.

Gli enzimi digestivi prodotti dalla pianta dopo un lasso di tempo che le serve per capire che all’interno si trova effettivamente un essere vivente, ne scomporranno le parti molli rendendole assorbibili.

La trappola adesiva presente nelle piante del genere Drosera si basa invece sulla particolare superficie delle foglie. Ricoperte di peli sottili e dotati all’estremità di ghiandole in grado di secernere una sostanza collosa.

Non appena l’insetto toccherà la superficie della foglia resterà invischiato e poi digerito dagli enzimi prodotti dalla stessa peluria. Alcune piante hanno foglie o propaggini che possono avvolgersi intorno alla preda o creare degli avvallamenti sotto di essa, per meglio digerirla.

Spostandoci negli ambienti e climi delle foreste tropicali, scopriamo le grandi e affascinanti piante del genere Nepenthes, dotate di un sistema di cattura “a scivolo”. Le foglie hanno assunto durante l’adattamento dell’evoluzione, la forma di un imbuto (ascidio), spesso protetto da una sorta di coperchio, chiamato opercolo.

Idee Giardino, Quali piante carnivore scegliere: guida ideale per la sceltaIl fondo dell’ascidio è ricco di nettare (talvolta contenente anche sostanze tossiche per le prede) e vivacemente colorato, per imitare i fiori.

L’insetto ne viene attratto e, dal bordo, grazie alle sostanze cerose che ne ricoprono l’interno e talvolte da una peluria orientata in modo da agevolarne la discesa e ostacolarne il ritorno, scivola sul fondo dell’ascidio, in cui verrà digerito.

Alcune specie di questo gruppo digeriscono le prede tramite gli enzimi prodotti, altre le lasciano decomporre grazie all’azione dei batteri prima di assorbirle.

Le trappole a nassa, sistema generalmente usato da piante carnivore acquatiche che si nutrono di protozoi, permettono ai piccolissimi organismi monocellulari di introdursi all’interno ma, data la particolare forma, gli impediscono di tornare indietro, costringendoli nell’apparato digestivo della pianta.

La trappola ad aspirazione è quella scelta dalle piante del genere Utricularia, che crescono in ambiente acquatico nelle zone tropicali temperate e non hanno radici ma steli di ancoraggio. Caratteristica di queste piante le vescicole chiamate utricoli, a forma di sacco e sotto la superficie dell’acqua, in grado di creare un vuoto al loro interno.

Le vescicole hanno un foro di accesso che resta chiuso ermeticamente fino a che non viene stimolato dal contatto di un piccolo invertebrato (ad esempio una pulce d’acqua).

Alla stimolazione il foro si apre verso l’interno e l’utricolo risucchia l’animale richiudendosi immediatamente per iniziare il processo della digestione.

Quali piante carnivore scegliere: guida ideale per la scelta

Che le piante carnivore abbiano fascino è indiscutibile. Possono tenersi anche come piante da appartamento e nel giardino saranno decorative e anche funzionali, eliminando gli insetti.

Vedremo quali sono le piante carnivore più adatte ad essere tenute in casa e, se sentite di avere il pollice verde, potrete provare ad “adottarne” qualcuna. Ci sono anche carnivore adatte all’esterno, sempre bisognose comunque di cure e attenzione, soprattutto in tema di temperatura e umidità.

Piante carnivore facili da curare

Idee Giardino, Piante carnivore facili da curare

Tra le piante carnivore più facili da tenere in casa o in giardino, ma comunque molto bella, vi segnaliamo la Sarracenia Purpurea. Appartenente alla famiglia delle Sarraceniaceae, sempreverde e che rientra tra le piante da esterno resistenti al freddo, a patto che la temperatura si mantenga sopra allo zero.

Raggiunge i 20 cm di altezza ed è composta da foglie verdi con intense sfumature rossastre che si accentuano se la pianta viene esposta al sole. Cattura le prede grazie al sistema ad ascidio.

Tra le più viste in vaso, da tenere in casa in prossimità di una finestra soleggiata, o all’aperto in clima caldo e mite, è la Drosera (soprattutto nelle varietà Aliciae e Capensis).

La Aliciae, in posizione soleggiata, si colora di rosso per attirare gli insetti che restano invischiati nella sua rosetta di foglie di circa 5 centimetri di diametro. Al centro della rosetta, su uno stelo alto fino a 30 centimetri, sboccia un innocuo fiore rosa destinato agli insetti impollinatori.

Molte piante del genere Pinguicula sono facili da coltivare e si possono tenere anche in casa. Le foglie, come indica il nome che deriva dal latino “pinguis”, grasso, sono simili a quelle delle piante grasse e succulente. Il sistema usato per catturare gli insetti è la collosità delle foglie.

Piante molto belle

La Darlingtonia è tra le più appariscenti, chiamata anche pianta cobra per la forma della foglia su cui è posto il nettare che attira gli insetti.

Ne esistono varietà con foglie verde smeraldo maculate di bianco trasparente, arrotolate come un tubo che si espande nella parte alta raggiungendo il metro di altezza. Si avvale della trappola ad ascidio.

Si può coltivarla al chiuso in un ambiente ombreggiato e umido in cui la temperatura sia costante. A fine inverno si trapianta in vaso e in estate può essere spostata in ambiente soleggiato, purché le radici restino fresche.

Le Nepenthes, che vogliono una temperatura mai inferiore ai 20 gradi e molta umidità, sono di sicuro effetto.

Rientrano tra le piante da appartamento e sono piuttosto esigenti, ma il fascino di alcune di esse compensa le attenzioni che richiedono. Si avvalgono della trappola a scivolo.

Heliamphora pulchella, anche essa molto bella, con le sue foglie che formano un mazzo di grandi ascidi rosso intenso con bianca peluria all’interno e i fiori che si ergono su steli di 50 cm.

Non è facilissimo mantenerla in buona salute, ma con un po’ di attenzione può regalare grandi soddisfazioni. Teoricamente temprata a subire sbalzi di temperatura tra giorno e notte e occasionali alluvioni nelle foreste pluviali, quando la si tiene in casa o in giardino va seguita con attenzione.

Cosa mangiano le piante carnivore?

Idee Giardino, Cosa mangiano le piante carnivore

La maggior parte delle piante carnivore, come accennato più sopra, si nutrono di insetti (anche blatte) e di formiche.

Tra le acquatiche ve ne sono specie che traggono nutrimento da organismi unicellulari, altre da piccoli molluschi o piccoli animali invertebrati, altre ancora da insetti acquatici.

Le varietà che utilizzano il sistema di trappola ad ascidio sono quelle in grado di catturare le prede più grandi: in particolare, nella trappola della Nepenthes Rajah possono cadere piccoli mammiferi e rettili insettivori o piccole rane, che da cacciatori si trasformano in prede.

Piante carnivore: prezzo e conservazione

Il costo di una pianta carnivora non è generalmente molto alto, può aggirarsi tra i 7 e i 20 euro, a seconda della specie e delle dimensioni, e del vivaio a cui ci si rivolge.

È possibile far riprodurre molte delle specie da appartamento o da giardino partendo dai semi, mentre alcune si riproducono da talee o per divisione del rizoma.

L’attenzione fondamentale che si deve riservare a tutte le piante carnivore è quella di annaffiarle sempre con acqua piovana o con acqua distillata, mai versata dall’alto ma sempre fatta assorbire tramite il sottovaso. È bene, viste le differenze nella coltivazione delle varie specie, raccogliere informazioni specifiche, magari nel vivaio in cui si acquistano, per quanto riguarda la loro cura e il mantenimento.

Piante carnivore da interno

Tutte le piante del genere Sarracenia, alcune più delicate e altre meno, piuttosto spettacolari o quantomeno molto belle, sono destinate agli interni.

Come già citato più sopra, sono perfette per stare in casa alcune delle carnivore del genere Drosera e Dionaea.

Molte piante del genere Pinguicula sono adatte a vivere in un appartamento, in posizione soleggiata.

Piante carnivore da esterno

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La pianta carnivora più nota, la Dionaea muscipula o venere acchiappamosche; per intenderci, quella che usa il sistema a scatto, e in cui le foglie si chiudono inglobando l’insetto in meno di un secondo.

Questa piccola erbacea perenne non è difficile da curare ma necessita di qualche attenzione: ad esempio evitare di sollecitarne artificialmente le foglie, che possono seccare se stimolate con insetti non vivi.

È una pianta carnivora da esterno, che vuole una buona percentuale di ore di sole diretto e deve essere tenuta al riparo dal vento.

Da coltivare all’esterno, la graziosa Pinguicula Vulgaris. Diffusa in Europa, in passato le si attribuivano numerose virtù, anche magiche.

Vuole un ambiente molto umido e substrato acido. Sono coltivate anche altre piante del genere Pinguicula, modeste nell’apparire, ma curiose, come la Pinguicula Weser o la Pinguicula ehlersiae (adatta anche ad essere tenuta in appartamento).

L’ Utricularia Australis è un’idrofila che galleggia sull’acqua. Perfetta se possedete un laghetto nel vostro giardino, produce fiori giallo-arancio non spettacolari ma interessanti.

Il suo sistema di cattura è quello ad aspirazione, come tutte le appartenenti al genere Utricularia, va coltivata lungo le rive di acquitrini, stagni e laghetti.

Planeta SRL

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