Le emozioni rappresentano i sentieri che gli esseri viventi percorrono nel corso della loro esistenza. Rappresentano il motore della nostra vita e, positivi o negativi, gli stati emozionali ci conducono verso i nostri obiettivi e ci indirizzano nelle scelte. La natura è da sempre in grado di suscitare forti emozioni, regalandoci sensazioni ataviche scolpite nella nostra coscienza.

Le emozioni sono anche alla radice della nostra spiritualità e proprio sul trasporto emozionale sono nati amori e religioni. Come tutte le sensazioni primarie, le emozioni nascono dal profondo e sono assolutamente ed esclusivamente personali. Il giardino zen esplora questi ambiti e viene pensato e realizzato con la stretta partecipazione delle persone che dovranno abitarlo.

Parlare di un progetto del giardino zen è improprio, questi giardini vanno certamente progettati ma questa è solo una delle fasi che condurrà alla realizzazione. Il giardino zen va prima pensato, il suo tema principale non è mai generico e può toccare ambiti terapeutici, armonici, esistenziali e persino erotici.

Pensare a questi giardini significa dotarsi di strumenti interiori in grado di trasferire le esigenze emozionali del cliente in uno spazio e renderle vive. Per entrare nel dettaglio, lo spazio occupato dal giardino zen diventa il contenitore di uno specifico stato d’animo, di una particolare condizione emotiva o di una semplice esigenza privata della nostra anima. Un particolare settore dello studio tecnico di Planeta si dedica appositamente a questi particolarissimi giardini.

Le persone che operano in questo ambito non sono solamente dei progettisti, noi amiamo definirle semplicemente persone con elevate competenze tecniche ma anche una profonda sensibilità e predisposizione all’ascolto. Dalle intuizioni e dalle sensazioni di queste “semplici” persone e dal rapporto che riescono ad instaurare con il cliente nascono questi giardini, appositamente pensati per dare forma ad una emozione. Siamo sempre disponibili ad approfondire questo particolare argomento, contattateci e richiedete un appuntamento personalizzato.

Cos’è un giardino zen, o giardino giapponese

Il termine apparve per la prima volta in One Hundred Kyoto Gardens un libro del 1935 di Loraine Kuck. In realtà molti affermano l’inesattezza del termine, il tipico giardino giapponese infatti prende il nome di Karesansui in italiano giardino secco o meglio ancora giardino dolce. Giardino Zen sarebbe quindi un’invenzione occidentale, per riuscire però ad essere compresi anche gli orientali hanno iniziato ad utilizzare il termine come sostantivo generico.

Il karesansui comunque non è l’unico nome utilizzato per indicare questo particolare tipo di giardino giapponese, esistono diversi termini che esprimono un significato e un aspetto differente del giardino stesso. Prima di tutto abbiamo sansui che vuol dire proprio natura, come vedremo meglio in seguito con il giardino zen si cerca di riprodurre fedelmente un paesaggio montano o marittimo e tutti gli elementi inseriti, seppur lavorati, dovrebbero avere un aspetto ruspante, come se fossero presi direttamente da un contesto naturale. Poi, possiamo anche sentir parlare di kasansui che invece significa giardino provvisorio, questo fa riferimento al fatto che questa tipologia di giardino è mobile, può essere modificato ogni volta che si vuole. In particolar modo se si decide di realizzare un giardino da tavolo. Un’altro aspetto che kasansui prende come riferimento è la mobilità della vita materiale che si contrappone alla spiritualità statica, ferma e forte.

E ancora, Furusansui cioè natura antica, l’idea qui rimanda proprio alla fermezza, alla forza e saggezza della natura che è il pilastro di tutta la filosofia zen.

Arasansui invece, significa natura asciugata proprio ricordando l’ambientazione realizzata tramite rocce e sabbia e la totale assenza di acqua nel giardino secco, appunto. Questi sono concetti per lo più astratti e filosofici che in realtà, più che rimandare concretamente agli aspetti materiali del giardino giapponese si ricollegano all’ideologia che c’è dietro.

Inizialmente erano giardini collocati all’esterno dei palazzi nobiliari ma non avevano ancora raggiunto il massimo splendore e diffusione ne tanto meno erano considerati luoghi spirituali che rimandassero alla filosofia zen, erano simbolo di sfarzo e ricchezza. Soltanto quando vennero allestiti intorno ai monasteri buddhisti iniziarono ad assumere un’importanza. Già dal primo momento vennero utilizzati come luogo di distacco dalla realtà, come se rappresentassero un mondo a se stante.

Il Karesansui è facilmente identificabile poiché all’interno di esso non vi è presente l’acqua. Gli elementi naturali, come vedremo in seguito sono molto importanti e ne sono i protagonisti assoluti.

La realizzazione dei giardini senza l’utilizzo di acqua ne ha permesso una diffusione a macchia d’olio, poiché poterono essere allestiti anche in luoghi privi di acqua e là dove non era possibile inserire impianti di irrigazione.

Per sopperire a questa mancanza vennero introdotti dei sassolini bianchi, distese che vengono modellate per simulare le onde e i movimenti dell’acqua. Se si pensa al giardino zen si può avere in mente anche l’immagine di un rastrello, non si tratta di un’invenzione popolare, esso viene davvero utilizzato per creare dei disegni sulla sabbia.

A cosa serve un giardino zen: corpo, mente e sensazioni

in linea generale i giardini zen sono luoghi ricchi di spiritualità che favoriscono la meditazione grazie anche alla totale assenza di rumori artificiali. Ne esistono molte tipologie, sono giardini estremamente minimalisti chiamati anche giardini di pietra, questo perché l’acqua, delle piccole fontane e alcune piante vengono sostituite da pietre, rocce e sabbia a cui si cerca di dare la forma degli elementi che vanno a sostituire. Se non si scelgono piccoli sassolini bianchi si tendono a preferire rocce che abbiano una forma e colore molto naturale. Non a caso questo giardino viene definito “giardino zen secco”. Sebbene la disposizione degli elementi dia l’idea di essere uno spazio casuale, in realtà tutto ha una precisa posizione.

Questi giardini abbiamo capito che non hanno solo una funzione estetica ma sono indicati proprio per la meditazione zen. L’ambiente minimale conferisce quella sensazione di tranquillità, semplicità e serenità d’animo indispensabile per raggiungere la perfetta pace interiore. Il giardino zen è naturocentrico, a tutti gli effetti. La vita tutta gira attorno alla natura ed è grazie ad essa se tutto esiste, la sua forza è incontrollabile: può costruire dal niente e distruggere in un attimo ma solo in essa si possono trovare le risposte e raggiungere il vero e puro senso della vita.

Per distaccarsi dalla vita materiale ci si concentra su ciò che circonda l’uomo. L’idea è proprio quella di sentirsi come esseri facenti parte di un ordine superiore. Si tratta di un giardino simbolico che ha poco a che vedere con la decorazione o lo sfarzo nella sua idea originale, la filosofia zen si discosta da tutto ciò che non è semplice e spirituale. Il giardino cerca di rappresentare l’essenza di questo ideale.

Quali sono le caratteristiche di un giardino zen

Innanzitutto un giardino zen dovrebbe essere minimale. La sua caratteristica principale è quella di essere un ambiente che favorisce la meditazione, immerso nella natura e nella semplicità. Un’altra sua caratteristica è quella di essere un giardino che non rispecchia affatto i classici canoni dei giardini occidentali. Ovviamente ogni paese ha le sue tradizioni e i propri stili, anche e sopratutto architettonici i quali dipendono in gran parte dalla mentalità della cultura di cui fanno parte. I giardini orientali nel loro estremo fascino ed incanto sono generalmente asimmetrici e composti da elementi a numero dispari, una curiosità è proprio questa, si cerca di inserire oggetti che possano nella loro composizione formare delle figure triangolari. In seguito vedremo come fare un giardino zen ma prima vediamo che esistono, specialmente in alcuni giardini zen famosi degli elementi comuni che possiamo ritrovare seppur con qualche differenza in ognuno di essi.

  • Il nantei innanzitutto viene definito come giardino sud, differente e strutturato in modo diversa a seconda del luogo.
  • La shoin, sala di scrittura, estremamente tipica dell’architettura giapponese, che ritroviamo in diversi edifici.
  • La hōjō è invece la stanza dell’abate, accompagnata generalmente da un piccolo cortile.
  • Il kokoro è il cuore del giardino zen, lì dove è racchiusa la massima essenza.

Ovviamente questi elementi fanno parte di un più ampio spazio architettonico e di meditazione.

Gli elementi essenziali che formano un giardino giapponese

I giardini Zen come abbiamo detto hanno degli elementi essenziali imprescindibili che non possono mancare. Prima di vedere quali sono ricordiamo ancora una volta che gli elementi essenziali sono anche e solo elementi naturali.

Tra questi troviamo la sabbia e le pietre il cui significato si va a contrapporre totalmente a quello dell’acqua.

Gli elementi naturali hanno un significato ben preciso:

  • Le pietre e le rocce stanno a rappresentare la stabilità sinonimo di pace interiore nell’individuo che può essere raggiunta solo tramite una profonda riflessione sulla propria persona e tramite un’attenta meditazione.
  • L’acqua invece rappresenta nella sua semplicità e, appunto, mutevolezza tutto ciò che nel mondo è instabile, mutevole e mobile.

Nessuno di essi ha una mera funzione estetica, tutto ha un significato a volte criptico la cui spiegazione viene lasciata alla libera interpretazione. Ognuno può vedere in essi un significato differente per trovare le risposte che cerca e che lo possano condurre allo zen.

In alcuni giardini è possibile però trovare dell’acqua, si tratta di luoghi speciali e non comuni in cui la spiritualità e la fede è nella sua forma più forte. Uno in particolare, il più simbolico, il Shinden-zukuri, un giardino dalle origini antichissime. Diverso da tutti gli altri perché al suo interno è prevista una vasta quantità di acqua, generalmente un lago o uno stagno di dimensioni modeste. Rispetto agli altri è il più importante proprio perché esso rappresenta e viene costruito in nome di Buddha, non è difficile infatti, trovare al suo interno diverse statue che rappresentano la divinità.

Come progettare e fare un giardino zen: guida passo passo

La creazione di un giardino zen non è molto semplice ma è possibile seguendo qualche regola riuscire a crearne uno che lo ricordi molto. Premettiamo che si tratta di luoghi spirituali, certe sensazioni e significati è impossibile replicarli, si può però aspirare a creare un giardino giapponese dove rilassarsi nella massima tranquillità.

Occorre seguire determinate indicazioni per creare un’oasi perfetta che riesca a conciliare giardinaggio e meditazione, quasi come i monaci buddhisti. Un’ambiente di questo genere può essere utile per avvicinarsi alla filosofia zen e riuscire a ritrovare la pace interiore costruendosi un piccolo angolo di paradiso personale.

  1. Prima di tutto occorre ideare e progettare un Giardino Zen e in secondo luogo inserire tutti gli elementi da giardino zen, tipici ed indispensabili.
  2. Per cominciare occorre munirsi di rocce poco lavorate, in numero dispari. Ricorda che la disparità e l’asimmetria sono fondamentali anche per conferire al tutto un aspetto naturale
  3. Occorrerà creare una sorta di piccolo sentiero la cui uscita dovrebbe non essere visibile dall’entrata, generalmente esso conduce ad un luogo nascosto come ad esempio un piccolo bosco.
  4. Si sceglieranno delle piante sempreverdi affinché il giardino non ne risenta durante l’inverno. Generalmente si scelgono piante femminili, da fiori, simbolo di bellezza e fragilità da inserire sul sentiero. Le piante maschili, più basse delle prime, andrebbero collocate all’entrata dal giardino, generalmente costituite da foglie caduche affinché il visitatore si inchini dinnanzi al giardino giapponese.
  5. Non possono mancare ovviamente le distese di sabbia che possono essere recintate per mantenerle al proprio posto. In molte riproduzioni però si possono trovare delle fontane che possono conferire a creare un risultato rilassante.

Capiamo che realizzare un giardino zen a grandezza naturale può essere molto impegnativo e dispendioso ma esistono dei piccoli giardini zen da tavolo.

Ovviamente non sarà lo stesso ma realizzarne uno e prendersene cura è un ottimo modo per rilassarsi e mantenere viva una tradizione seppur così lontana e distante.

Parlando di giardini in miniatura non possiamo non far riferimento ai bonseki. Si tratta di una tipica arte giapponese che consiste nel realizzare dei giardini in miniatura su dei vassoi di lacca neri rotondi o quadrati, su cui è possibile trovare dei disegni tipici tradizionali.

Generalmente rappresentato ambienti montani o marittimi, anche in questo caso vengono utilizzate rocce e sabbia per crearne gli oggetti. Una particolarità di questi piccoli giardini sta nella possibilità di inserirvi all’interno delle piccole strutture realizzate in rame.

Negli anni più recenti si sono diffusi largamente. La filosofia che sta dietro alla Bonseki sta non tanto nell’ammirare il risultato finale quanto più nel senso di pace e soddisfazione che ne accompagna la realizzazione.

Realizzare un giardino zen può essere una soluzione per creare un piccolo momento di relax. Molti di essi sono per lo più temporanei, si possono quindi cambiarne le forme e mutarne l’aspetto in ogni momento.