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Grazie al Decreto Milleproroghe, anche per l’anno solare 2020, sarà possibile usufruire del Bonus Verde.
Dopo molteplici perplessità, di copertura in bilancio, lo staff di Governo ha deciso di rinnovare, per l’intero anno solare corrente, l’incentivo fiscale dedicato al verde residenziale.
Considerata la particolare operatività di tale strumento fiscale, appare meritorio dedicare un’attenta analisi alle peculiarità che lo sostanziano, ossia: descrizione dell’Istituto, funzionalità, aspetti economici, destinatari dei benefici, oggetto delle detrazioni e limitazioni di attuazione.
Indice argomenti:
Bonus Verde 2020: cos’è?
Il Bonus Verde, anche se di recente ideazione, non è una novità nel novero delle agevolazioni fiscali. La sua ideazione e prima comparsa nel nostro Ordinamento Giuridico risale al 2017.
Anno in cui, ad opera dell’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, è stato introdotto nel Decreto di bilancio. L’oggetto principale di questo istituto attiene agli spazi verdi, ossia giardini e parchi residenziali privati.
Difatti, gli spazi verdi non sono ad ampio spettro, bensì limitati per tipologia, riferendosi sostanzialmente a luoghi privati non destinati ad attività di natura commerciale o professionale.
Suddetto strumento di detrazione fiscale, oltre a creare benefici a carico dei contribuenti che realizzano particolari ristrutturazioni degli spazi esterni come giardini, balconi e terrazzi, tende a riattivare un settore produttivo fortemente compromesso dalla crisi economica che, a tutt’oggi, perdura in Europa ed in particolare in Italia.
Quindi, il bonus Verde 2020 aumenta il PIL del settore Giardinaggio, allentando la pressione fiscale dei contribuenti. Nei prossimi paragrafi porremo particolare attenzione ad alcuni aspetti che attengono tale istituto.
Bonus Verde 2020: aspetti economici
Il decreto Milleproroghe ha confermato, quindi, lo sgravio fiscale del 36% su di un massimale di spesa pari a 5000€. In definitiva, il contribuente potrà ottenere un rimborso totale di 1800€.
Tale importo sarà rimborsato, mediante ammortamento sugli importi IRPEF, con rate costanti ed uguali nei 10 anni successivi alla presentazione della richiesta degli sgravi fiscali. La richiesta di accesso ai benefici economici deve essere posta in essere dal contribuente con riferimento all’arco solare dell’anno 2010, ossia dal primo gennaio al 31 dicembre. I benefici economici possono essere trasmessi a terzi soggetti subentranti.
Nello specifico, possono delinearsi due situazioni tipo: vendita dell’immodile o successione del de cuius, ossia a causa della morte del legittimo proprietario. Nel primo caso, ossia la vendita, il proprietario subentrante potrà vantare la trasmissione, non solo dei diritti reali sull’immobile, bensì anche delle agevolazioni fiscali riguardanti lo stesso, in ragione di tutte le quote non ancora detratte al venditore dell’immobile.
In caso di successione il credito d’imposta viene trasmesso all’erede. Nel caso ci fossero più eredi, il credito d’imposta sarà trasmesso a tutti gli eredi in base alla quota di riferimento relativa all’accesso all’eredità. Vale la stessa regola sia per successione legittima, che successione testamentaria.
Per quanto riguarda l’esecuzione testamentaria, con opposizione da terze persone per violazione delle quote legittime, i benefici saranno sospesi e rideterminati dopo mediazione tra le parti o sentenza passata in giudicato. Infine, sempre per ciò che concerne le successioni on-line all’Agenzia delle Entrate, è importante inserire nell’apposito modulo del software suc, il credito d’imposta ed i documenti ad esso riferiti. Tale importo, oltre ad essere trasmesso agli eredi, potrà, per l’anno in corso, ammortizzare eventuali tasse ed imposte di successione.
Bonus Verde 2020: interventi che consentono l’accesso agli sgravi fiscali
Come già accennato in precedenza il bonus verde opera in modo analogo ad altri istituti di agevolazioni fiscali come: ecobonus, bonus ristrutturazione, bonus condomini e bonus mobili ed elettrodomestici.
Ciò che differenzia il bonus verde da altri istituti fiscali simili è la natura degli interventi che lo giustificano, ossia sistemazione del verde o recupero del verde storico. Come sarà specificato in seguito, tali interventi possono essere estesi al rifacimento e ristrutturazione di balconate o terrazze.
Va, comunque, messo in evidenza che non tutti gli interventi sul verde possono dare accesso alle detrazioni fiscali. Nello specifico per spazi esterni residenziali si intendono sia giardini privati con singolo proprietario che aree condominiali.
Gli interventi possono essere intesi come recupero del verde in aree di interesse storico, ossia aree soggette a vincoli paesaggistici o storici come da specifiche direttive e circolari delle autorità locali.
Oltre alla manutenzione ed il ripristino delle aree preesistenti come grandi potature o fornitura di piante o arbusti,, possono essere contemplati altri tipi di interventi. A titolo esemplificativo, possiamo enumerare la riqualificazione dei prati oppure la trasformazione di aree incolte in aiuole, prati e serre non commerciali.
Tuttavia, gli interventi devono essere considerati di natura eccezionale e non ordinaria.
In pratica una semplice potatura di siepi non da diritto all’accesso agli sgravi fiscali disciplinati dal bonus verde. In aggiunta, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che l’intervento sugli spazi verdi deve coinvolgere l’area esterna nella sua totalità. Per tale motivo non si potrà mai ottenere un credito d’imposta per l’acquisto e la posa di vasi da giardino, a meno che non si dimostri che tale posa contribuisce alla riqualifica, con riferimento ad uno specifico progetto, dell’intera area esterna.
Infatti, per tale motivo non si possono richiedere detrazioni fiscali per l’acquisto di strumenti finalizzati alla cura dei giardini come decespugliatori, pale, tagliaerba e tanto altro ancora. Tuttavia, viene fornita la possibilità di accedere ad altri bonus se il bene acquistato od il suo utilizzo apporti particolari benefici all’ambiente.
A titolo esemplificativo, il ricorso ad una compostiera non consente l’accesso al bonus verde, tuttavia, a seconda della normativa locale, può consentire lo sconto del 25% sui contributi locali per lo smaltimento dei rifiuti.
Per tale motivo, è necessario avere una piena consapevolezza dell’intera disciplina sia nazionale che comunale. Ecco spiegata la necessità di ricorrere a professionisti del settore. Difatti, anche il costo relativo al progetto potrà dare accesso ai benefici del bonus verde.
Il cumulo di altri bonus fiscali con il bonus verde assume particolare interesse economico se il progetto contempla oltre al rifacimento del verde il ripristino di facciate e terrazze.
Ovviamente, il credito d’imposta si renderà certo ed eseguibile solo a fronte della realizzazione delle opere progettuali. In precedenza abbiamo messo in evidenza la possibilità da parte de condomini di accedere al bonus verde. In tale circostanza lo sgravio fiscale sarà attribbuito, nella misura del 36% su un massimale di 5000€, per ogni singolo condomino (propietario di una o più unità).
In pratica, un condominio di 10 unità potrà avere accesso ad uno sgravio fiscale de 36% su un massimale di 50000€, ossia uno sconto fiscale di 18000€ suddiviso in 1800€ per ogni condomino proprietari di un’unità immobiliare. Va fatta una precisazione di merito, ossia se un’unità immobiliare è destinata ad attività professionali il bonus è ridotto del 50%.
La riduzione summenzionata vale anche per le unità di residenza di un professionista ove sia stata istituita la seconda sede legale, in quanto già consente di avere accesso ad altre detrazioni fiscali. Inoltre, il Decreto Milleproroghe include, oltre alla sistemazione a verde di aree scoperte, la sistemazione e realizzazione di pertinenze, recinzioni, impianti di irrigazione coperture a verde e pozzi.
Bonus Verde 2020: documenti necessari
I documenti necessari per accedere alle agevolazioni fiscali del bonus verde possono essere riassunti in progetto attinente gli interventi e titolo giustificativi delle spese sostenute ed effettivamente realizzate. In pratica, un intervento previsto e mai realizzato non determina alcun rimborso fiscale. Inoltre, il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che consentono la tracciabilità delle operazioni.
Ecco spiegato perché tutti i lavori realizzati dovranno essere pagati mediante uno dei seguenti strumenti: assegni, bancomat, carte di credito, bonifici ordinari. Tutti i documenti sopra citati dovranno essere presentati all’Agenzia delle Entrate entro il 31 dicembre 2020, incluso il progetto, il cui costo può essere detratto.