Ecobonus 2020: cos’è e come ottenerlo al 110%

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La crisi economica legata all’emergenza Coronavirus si è fatta sentire in tutti i settori produttivi d’Italia ma c’è sicuramente un abito che ha sofferto più degli altri ed è quello dell’edilizia. Per questo motivo il Governo ha decretato la nascita dell’Ecobonus 2020, una serie di agevolazioni fiscali che faranno risparmiare fino al 110% sulle spese dei lavori eseguiti per migliorare determinati aspetti. In che cosa consiste e come fare per riuscire ad ottenerlo? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’Ecobonus 2020.

Cos’è l’Ecobonus 2020

L’Ecobonus 2020 nasce nell’ambito del Decreto Rilancio grazie all’articolo 119 secondo il quale è possibile ottenere una detrazione pari al 110% delle spese sostenute per tutti i lavori di edilizia effettuati nel lasso di tempo che va dal primo luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, purché gli stessi siano fatti per la riqualificazione energetica dell’edificio o dell’appartamento e per migliorie strutturali dal punto di vista sismico.

Così come per il bonus facciata, l’intenzione del legislatore ovviamente, oltre a quello di dare impulso all’edilizia, è pure quello di attuare un piano di interventi strutturali volti a migliorare la stabilità degli edifici sul suolo italiano, notoriamente a rischio sismico, nonché dare un nuovo slancio all’efficientamento energetico che nel corso degli ultimi mesi ha subito un drastico ridimensionamento.

Con la Gazzetta ufficiale del 30 agosto 2020, il decreto Ecobonus 2020 è diventato finalmente legge e ora si attendono solo le linee guida ufficiali che consentiranno ai primi utenti di poter accedere concretamente alle agevolazioni.

Rispetto alla prima bozza della norma sull’Ecobonus 2020, nella conversione in legge ci sono state alcune piccole modifiche che, però, hanno ampliato la platea avente diritto. Inoltre è stata concessa la possibilità di prolungare la data di scadenza del superbonus 2020 fino al 30 giugno 2022 per gli interventi effettuati nell’ambito degli edifici di edilizia popolare. In realtà in Gazzetta viene distinto il cosiddetto Ecobonus 2020 da quello che viene definito Sismabonus 2020 ed è relativo più all’aspetto sismico degli edifici, mentre il primo è rivolto all’aspetto energetico.

L’Ecobonus può essere richiesto anche per tutti gli interventi di demolizione e di ricostruzione, fermo restando che l’obiettivo di queste attività deve essere uno di quelli che rientrano nelle casistiche di Ecobonus o Sismabonus.

Le modalità di erogazione del bonus e tutti gli altri particolari relativi all’Ecobonus saranno dettagliatamente regolati nel decreto attuativo in fase di preparazione ma qualche indiscrezione sulle informazioni principali già sono trapelate, così come alcune difficoltà di interpretazione che sicuramente richiederanno nei prossimi mesi delle note esplicative da parte di Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Come funziona la detrazione Ecobonus e quali agevolazioni ci sono

Non tutti possono richiedere le detrazioni previste dall’Ecobonus 2020 ma solo specifiche realtà che rientrano nelle casistiche previste dal Governo.

Sicuramente sono compresi i condomini privati e quelli di edilizia pubblica; le persone fisiche, purché però si tratti di attività al di fuori dell’esercizio di impresa e per non più di due immobili nello stesso stabile; i cosiddetti IACP, ossia gli istituti autonomi delle case popolari; le cooperative; tutte le associazioni che fanno parte del terzo settore; infine le associazioni sportive ma solo relativamente alle strutture adibite a spogliatoi.

Sono assolutamente escluse le aziende anche se sono previste alcune piccole eccezioni, ad esempio se le aziende sono proprietarie di unità immobiliari ad uso esclusivamente abitativo.

Come viene erogato l’Ecobonus 2020? In via sperimentale, perché precedentemente non era mai stato fatto prima, gli aventi diritto all’importo relativo alle detrazioni possono decidere di trasformarlo in credito di imposta oppure di utilizzarlo sotto forma di sconto al corrispettivo dovuto per i lavori in oggetto.

L’obiettivo dell’Ecobonus al 110% non è solo quello di restituire praticamente per intero l’importo dei lavori a chi ha provveduto ad effettuare le migliorie di cui si è già parlato ma anche di prevedere una piccola quota aggiuntiva, quel 10% in più, che viene considerata una percentuale di ritorno, ossia un incentivo che dovrebbe spingere gli aventi diritto a dare avvio ai lavori.

Chi ha diritto all’Ecobonus, quindi, avrà davanti a sé due strade da percorrere: la prima è quella di anticipare le spese e poi successivamente cedere il credito di imposta alla propria banca, ad un qualsiasi istituto di credito oppure ad un altro ente finanziario che si occuperà di restituire il corrispettivo della spesa sostenuta (e in questo caso il 10% equivarrebbe alla fee dell’intermediario); oppure cedere il credito immediatamente alla società che si occupa dei lavori per avere un consistente sconto in fattura e in questo caso l’impresa edile potrà utilizzare il credito di imposta ottenuto per compensare il pagamento delle proprie tasse oppure di altre imposte.

L’Ecobonus può essere utilizzato in cinque rate a raggiungimento dell’importo totale. Non solo i proprietari ma anche gli affittuari possono richiedere l’Ecobonus 2020 purché, ovviamente, siano titolari di un contratto in regola.

Ecobonus a 110%: cos’è e cosa si può detrarre

L’Ecobonus 2020, quindi, è quella nuova detrazione fiscale che consente agli aventi diritto di ottenere la restituzione delle spese sostenute per i lavori edili di efficientamento energetico e per quelli di migliorie sismiche.

I lavori che sono compresi dall’Ecobonus sono sostanzialmente quelli che puntano a migliorare le parti comuni degli edifici e dei condomini ma non mancano alcune eccezioni come ad esempio i lavori alle singole unità immobiliari che appartengano a persone fisiche e che abbiano una destinazione abitativa, villette unifamiliari oppure abitazioni che, pur trovandosi in abitazioni plurifamiliari, hanno comunque un ingresso autonomo.

Un’importante novità riguarda il fatto che le agevolazioni possono essere richieste anche per le seconde case, un esempio classico può essere la villetta familiare sfruttata per le vacanze, ma esiste il limite massimo di due abitazioni per persona fisica per le quali poter richiedere le agevolazioni previste dall’Ecobonus 2020 (questa limitazione non è valida, invece, per il Sismabonus che può essere richiesto per tutti gli immobili di appartenenza dell’avente diritto).

Non si possono richiedere le agevolazioni fiscali in oggetto per tutti quegli immobili che sono classificati con le diciture A/1, A/8 e A/9 che sono categorie catastali non interessate dal provvedimento. Esistono, poi, anche dei tetti di spesa massima entro i quali le spese devono essere comprese.

Per l’isolamento termico queste sono le cifre: 50mila euro per le unità immobiliari unifamiliari; 40mila per ogni unità immobiliare nei condomini che comprendono da 2 a 8 unità; infine 30mila per ogni condominio che supera le 8 unità immobiliari. Se si parla, invece, di impianti di climatizzazione, le cifre cambiano: 20mila euro per ogni condominio che comprende fino ad 8 unità immobiliari; 15mila per tutti gli altri condomini superiori a 8 unità abitative.

Ecobonus a 65%: cos’è e cosa si può detrarre

Non tutti i casi rientrano nell’ambito delle agevolazioni previste dall’Ecobonus 2020 ma per tutti gli altri casi ci sono comunque delle soluzioni possibili per rendere i lavori edilizi più convenienti e meno onerosi dal punto di vista economico.

Fra questi, ad esempio, c’è il cosiddetto Ecobonus al 65%. Questo bonus consente di poter ricevere, sotto forma di agevolazioni fiscali, una percentuale pari al massimo al 65% delle spese sostenute per tutti i lavori di rimozione dell’amianto, riqualificazione di girdini e aree verdi condominiali, lavori di efficientamento energetico.

In particolare per quanto riguarda la questione del risparmio energetico, sono previsti dei rimborsi fino al 65% della spesa totale anche per l’installazione di una caldaia di tipo a condensazione in classe A ma a patto che la stessa sia concomitante alla creazione di un sistema di termoregolazione di nuova generazione (la percentuale di detrazione scende al 50% in caso di sola installazione di caldaia a condensazione di classe A e si azzera totalmente se la caldaia scelta appartiene alla classe B).

Questa agevolazione, già in vigore nel 2019, resta in vigore anche nel 2020 per tutti i casi che non rientrano nel nuovo Ecobonus 2020 e segue delle regole ben precise. Innanzitutto prevede l’obbligo della comunicazione ENEA che deve essere fatta prima dell’inizio dei lavori.

Poi l’agevolazione è relativa ad una serie di lavori ben specifici come ad esempio l’installazione di un sistema di pannelli solari per sfruttare l’energia naturale; ogni tipo di intervento di domotica possa essere destinato a controllare a distanza gli impianti di riscaldamento e di raffreddamento; sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento, particolarmente inquinanti.

Infine migliorie a livello di coibentazione, soprattutto per quanto riguarda la sostituzione di pavimenti, infissi e ogni altro tipo di strumento possa essere utile per prevenire la dispersione termica con ricadute positive economiche, energetiche, anti-inquinamento.

Anche in questo caso sono previste delle soglie di spese massime che non possono essere superate perché in ogni caso non verrebbero rimborsate e si tratta di 100mila euro per tutti gli interventi relativi alla riqualificazione energetica; 60mila per gli interventi esterni all’edificio e per i pannelli solari; infine 30mila per la sostituzione degli impianti di climatizzazione ma solo quelli invernali.

Ecobonus a 50%: cos’è e cosa si può detrarre

Molto simile all’Ecobonus al 65% è anche quello al 50%. Pure in questo caso si tratta di un’agevolazione fiscale che è stata decretata nel 2019 ma che continua ad essere valida per tutti quei casi che non sono compresi nel nuovo Ecobonus 110% o per tutte le spese non espressamente previste dallo stesso.

Quali voci di spesa sono comprese nell’Ecobonus al 50% e come si può accedere a questa detrazione fiscale?

In realtà si tratta dello stesso bonus precedentemente trattato con l’unica differenza che riguarda le spese ammissibili: in questo caso rientrano nell’elenco la sostituzione delle finestre e degli infissi di appartamenti e condomini; l’acquisto e la relativa installazione delle schermature solari; l’acquisto e il montaggio di caldaie a biomassa (quindi molto simile alla detrazione per le caldaie a condensazione).

L’elenco è molto vasto e comprende davvero molti interventi, quindi il consiglio è sempre quello di verificare con il proprio commercialista l’elenco ufficiale delle spese ammissibili. Anche in questo caso esistono dei tetti di spesa massima e, sulla scia dell’Ecobonus 2020, è stata ampliata la possibilità di scegliere fra due forme diverse di rimborso, le medesime previste per le agevolazioni al 110%.

Così come già accordato con il bonus al 65% anche in questo caso fra gli adempimenti necessari per poter aderire all’iniziativa c’è quello di aver presentato prima degli inizi dei lavori la comunicazione ENEA. Attenzione a questo particolare perché può essere considerata causa fondamentale di esclusione dalle agevolazioni fiscali, senza possibilità di ricorso per l’avente diritto che non ha rispettato questa regola.

Per poter ottenere la restituzione delle spese già effettuate occorre saldarle attraverso uno speciale bonifico, in quanto tutte le transazioni devono poter essere tracciabili, e conservare la relativa documentazione a comprova dei costi sostenuti. Sia questo bonus che quello al 65% possono essere richiesti da persone fisiche, persone fisiche con reddito di impresa, enti pubblici e privati, titolari di partite iva e piccoli artigiani.

Cosa comprende e quali spese rientrano nell’Ecobonus 2020?

Per poter richiedere il rimborso delle spese sostenute nell’ambito dell’Ecobonus 2020 è importante innanzitutto capire quali siano le voci di costo che possono essere comprese e per le quali, dunque, è previsto l’eventuale credito di imposta. L’elenco è abbastanza lungo e corposo e vi rientrano molte cose differenti quindi in caso di dubbio il consiglio è sempre quello di rivolgersi a professionisti del settore che possano aiutare a districarsi in questo ambito.

A titolo esemplificativo, però, si può dire che rientrano tutti i lavori per l’installazione dei sistemi solari ma anche per il montaggio di colonnine di rifornimento atte alla ricarica delle auto elettriche. Inoltre sono comprese tutte le voci già precedentemente elencate.

Per quanto riguarda, invece, il Sismabonus anch’esso prevede un rimborso pari al 110% delle spese ma in questo caso può essere richiesto esclusivamente dagli aventi diritto che possiedono l’immobile oggetto della ristrutturazione situato in zone con rischio sismico 1, 2 e 3.

In questo caso rientrano nelle agevolazioni tutti quegli interventi che sono posti in essere per la messa in sicurezza statica di edifici che sono stati precedentemente interessati da danni connessi a scosse sismiche, ma anche quelli che invece sono pensanti per migliorare le performance degli edifici e ridurre il cosiddetto rischio sismico.

Proprio nell’ottica di questo ultimo punto rientra la decisione di far aderire all’agevolazione sia la demolizione che la ricostruzioni di parti di edifici oppure addirittura di edifici interi che siano considerati a rischio sismico.

In questo caso, se le norme urbanistiche attualmente vigenti sia nazionali che regionali e comunali ne concedono la possibilità, si può procedere anche all’ampliamento volumetrico dell’edificio, purché la motivazione sia strettamente legata ad un miglioramento della tenuta statica dello stesso.

Come richiedere l’Ecobonus 2020?

Ora che tutte le particolarità per la richiesta dell’Ecobonus 2020 sono state chiarite e sono state esplicitate pure tutte le voci che rientrano nella casistica di rimborso, è importante specificare quali siano le procedure per richiedere ed ovviamente ottenere il relativo credito di imposta.

La prima cosa che si deve fare è la dichiarazione ENEA che va fatta prima dell’inizio dei lavori e comunque entro e non oltre 90 giorni da questa data. Nella domanda vanno inseriti alcuni dati obbligatori che sono ovviamente quelli anagrafici del richiedente, la tipologia dell’intervento e una sorta di carta di identità dell’immobile oggetto dei lavori e della sua precedente storia.

Per questo punto il consiglio è quello di consultare la relativa guida alla compilazione, così da essere sicuri di non sbagliare. Tutte le spese effettuare nell’ambito dell’Ecobonus 2020 devono essere effettuate attraverso un bonifico parlante e la relativa documentazione va conservata con cura perché successivamente, quando sarà il momento di effettuare la dichiarazione dei redditi, sarà necessario disporre di ogni ricevuta a fronte delle quali verrà poi erogato il rimborso.

Tutti gli interventi devono essere effettuati da tecnici che siano abilitati allo scopo e iscritti in un particolare elenco: quest’ultimo punto è davvero molto importante perché la scelta di un’impresa edile a caso, che non rispetta i requisiti previsti dalla legge, potrebbe causare la perdita del beneficio fiscale.

Una specifica importante da fare è che, per avere diritto all’agevolazione, è importante che il miglioramento energetico o sismico dell’immobile sia pari ad almeno due classi di merito. Infine è importante sapere che sono previsti controlli molto rigidi su tutte le domande presentate e tali verifiche potranno avvenire anche in fase post erogazione del beneficio: i controlli casuali saranno pari almeno al 5% del totale delle domande presentate e approvate.

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