- Significato dei fiori: scopri la simbologia di ogni fiore - Luglio 11, 2024
- Come realizzare un giardino fai da te: tutorial e guida completa - Aprile 28, 2024
- Agricoltura verticale: cos’è, vantaggi e come funziona - Aprile 26, 2024
Che cos’è la coltivazione idroponica? Scopriamo insieme!
Indice argomenti:
Coltivazione idroponica: significato e origini
Il termine deriva dal greco ed è composto da hidro cioè acqua e dalla parola ponos che vuol dire lavoro. Quindi, significa che parliamo di un’attività svolta attraverso l’azione dell’acqua. Nella fattispecie, applicando questo aggettivo all’agricoltura, vuol dire che siamo in presenza di una coltivazione effettuata senza suolo.
Infatti, la coltivazione idroponica è detta anche coltivazione fuori suolo.
Le origini di questo genere di coltivazione sono antichissime. Ci sono riscontri dell’utilizzo di questa tecnica sin dall’epoca di Nabucodonosor II, quindi nel VI secolo A.C., poi nel XV secolo con gli Aztechi nonché nell’Antica Roma.
Nel corso degli anni l’uomo ha fatto un massiccio ricorso alla coltivazione idroponica. Ad esempio, durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare le truppe di soldati statunitensi hanno fatto ricorso a questa opzione per ovviare alla carenza di terreni non contaminati dalle bombe. La scienza ha continuamente proseguito gli approfondimenti e ogni decennio si è scoperto qualcosa in più sulla coltivazione idroponica.
Fino a giungere negli Anni Ottanta in cui si è dato inizio alla produzione su larga scala di sistemi idroponici, i quali peraltro, diventando alla portata dei più, diminuiscono anche il loro costo, sia in fase di produzione sia per quanto riguarda il prezzo di vendita all’utente finale.
Come funziona la coltivazione idroponica
La coltivazione idroponica non prevede l’impiego del terreno, bensì di un substrato in cui vengono disciolte delle sostanze nutritive.
Queste ultime vengono alimentate e sollecitate dall’acqua e sono in grado di nutrire le coltivazioni come se le loro radici fossero piantate nel terreno
Questa tecnica di coltivazione, che ha ripreso a guadagnare larghi consensi soprattutto negli ultimi anni, consente all’operatore di coltivare le piante anche quando non si hanno a disposizioni ettari di terreno coltivabile. A seconda dell’oggetto della coltivazione, si può realizzare anche una struttura di coltivazione in verticale.
Dalla coltivazione di piante e ortaggi si è passati a quella di fiori e del verde decorativo. La tecnica idroponica ha consentito la nascita del bosco verticale lungo le pareti dei grattacieli milanesi, ad esempio. I parametri fondamentali da tenere sempre monitorati, affinché l’idroponica dia i risultati attesi, sono:
-
-
- la temperatura
- il livello di umidità
- la quantità di ossigeno
- la quantità delle ore di luce e la loro intensità
- la qualità della ventilazione
- l’assenza di parassiti che possano far ammalare le piante.
-
Ognuno di questi fattori è fondamentale. Per ovviare alla carenza di ossigeno o in caso di tipologia di ventilazione insufficiente, si ricorre a volte alla tecnica aeroponica (ossia lavoro dell’aria). Con l’ausilio di una pompa d’aria, si va ad integrare un eventuale livello di ossigenazione insufficiente. Le colture, infatti, per svilupparsi in salute necessitano tanto della luce quanto dell’ossigeno, entrambi nelle quantità adeguate al tipo di pianta o ortaggio.
Un altro step fondamentale nell’iter della coltivazione idroponica, è costituito dalla sostituzione della soluzione nutritiva. Questa operazione va eseguita una volta che il cibo e l’ossigeno sono stati assimilati dalle piante. Infatti, la carenza di nutrienti equivale a un terreno sterile. Infine, è importante applicare nel processo le sostanze nutritive adeguate al risultato finale che vogliamo raggiungere.
Ad esempio, il sapore dolce è determinato dalla concentrazione degli zuccheri; l’acidità dipende dalla combinazione di calcio, fosforo, potassio e acidi organici.
Di conseguenza, le nostre colture avranno peculiarità certamente differenti a seconda delle sostanze nutritive utilizzate per alimentarle.
Vantaggi dell’idroponica rispetto alla coltivazione classica
La coltivazione idroponica offre grandi vantaggi rispetto a quella tradizionale.
Infatti, innanzitutto abbiamo la possibilità di coltivare dovunque, sia all’interno che all’esterno. Ci consente di ignorare se la nostra location non ha il tipo di terreno oppure di clima idoneo per la tal coltura.
La struttura può essere organizzata in senso orizzontale oppure verticale. Quest’ultima opzione, naturalmente, è più conveniente perché fa risparmiare spazio.
Soprattutto negli ultimi anni in cui il cambiamento climatico si è palesato maggiormente, mettendoci difronte al problema della siccità, va considerata l’opzione idroponica in quanto consente di monitorare dettagliatamente la quantità di acqua e sostanze nutritive necessarie alle piante, di conseguenza si può fare un planning preciso di utilizzo nonché una previsione puntuale della necessità di acqua.
Il tutto si traduce in un grande risparmio di acqua, perché i calcoli che stanno dietro alla realizzazione della coltivazione idroponica non prevedono margini di sprechi.
Inoltre, l’iter di questa tecnica di coltivazione prevede il riutilizzo del flusso idrico che viene infatti riciclato e immesso nel ciclo di irrigazione successivo.
Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che in questo frangente, a differenza che nell’ambito dell’agricoltura tradizionale con terreno, le piante e gli ortaggi sono molto meno soggetti all’attacco di parassiti che le possono attaccare, farle ammalare e anche morire.
Coltivazione idroponica con o senza substrato
Esistono due tipologie di coltivazione idroponica: quella con utilizzo di substrato e quella che ne è priva.
L’idroponica con substrato è quella in cui la superficie che funge da sostrato è costituita da perlite, sabbia oppure da argilla espansa. Il fondo viene inumidito e irrigato regolarmente con l’ausilio dell’acqua e delle sostanze nutritive.
L’idroponica senza substrato è quella in cui le radici delle piante vengono immerse direttamente nella soluzione nutritiva. Si tratta in questo caso di acqua e sali minerali.
In questa condizione, in cui le radici delle piante sono fluttuanti nell’acqua in movimento, le piante assorbono ancora più rapidamente le sostanze nutritive e anche l’ossigeno.
Questa tecnica, di conseguenza, è più performante ma bisogna fare maggiormente attenzione al corretto e continuo monitoraggio della quantità di ossigeno.
Infatti, se quest’ultima risultasse insufficiente a soddisfare il fabbisogno della pianta, la nostra coltura crescerà più lentamente, oppure potrebbe anche morire soffocata.
Al contrario, se rispettiamo sempre il livello di ossigeno richiesto da una determinata pianta, la vedremo crescere rapidamente oltre che forte e sana.
Differenza tra coltivazione idroponica e serra idroponica
Il denominatore comune di entrambe è la coltivazione eseguita con acqua ma senza terreno.
All’interno di una serra idroponica le piante e gli ortaggi vengono collocati sopra un substrato di argilla espansa, lana di roccia, schiuma riciclata, ghiaia o fibra di cocco.
A questo si aggiunge come sempre nella tecnica idroponica, l’acqua per irrigarle e i nutrienti per alimentarle. L’acqua viene fornita attraverso l’impiego di appositi serbatoi. La quantità e la capacità di questi serbatoi dipende dalle dimensioni della serra e dalla tipologia di colture che vi sono installate all’interno.
Quali piante si possono coltivare con l’idroponica?
Per quanto concerne frutta e verdura, i risultati migliori dell’idroponica, sia la coltura sia la versione in serra, si sono conseguiti con: lattuga, cavolo riccio, rucola, pomodoro, fragola, cetrioli e peperoni.
Coltivazione idroponica casalinga
Se vogliamo cimentarci nella coltivazione idroponica a casa nostra, dobbiamo procurarci: dei secchi di plastica, un substrato con i nutrienti specifici per ciò che desideriamo coltivare, una pompa ad immersione, un ossigenatore, dei contenitori in plastica come bicchieri o piccoli vasi, dei tubi dove faremo scorrere l’acqua per l’irrigazione e un timer per la temporizzazione di quest’ultima. Infatti, abbiamo bisogno di regolare e monitorare i tempi e le quantità di somministrazione di acqua e di sostanze nutritive.
Per ovviare al problema di uno spazio ridotto, possiamo acquistare Easy Stand.
Si tratta di un’apposita struttura in alluminio dotata di un sistema di fissaggio a incastro, pertanto leggera, maneggevole e semplice da installare.
E’ costituita da moduli che possiamo organizzare a nostro piacimento.