Piante velenose: cosa sono e quali sono le più comuni

Alfio Sciacca

Quali sono le piante velenose più comuni in Italia?

Quali sono le piante velenose più comuni in Italia

In Italia esistono decine di piante velenose che crescono spontaneamente, vengono piantate nei giardini o utilizzate come piante ornamentali all’interno delle abitazioni. È importante saperle riconoscere ed essere consapevoli dei possibili rischi, a volte fatali, legati al contatto con la pianta o all’ingestione della stessa. Infatti, capita spesso di essere attratti da un fiore bellissimo e volerlo raccogliere, ad esempio durante una passeggiata in un bosco, ma è importante sapere che spesso si tratta di fiori ricchi di sostanze tossiche. Andiamo a conoscere le caratteristiche di tre piante comunemente diffuse nel territorio italiano.

Oleandro

Oleandro

L’oleandro è una pianta arbustiva velenosa che cresce in modo spontaneo su ogni tipo di terreno, preferibilmente su quello umido. È un arbusto sempre verde molto diffuso in tutta la zona del mediterraneo, anche se probabilmente proviene dai lontani paesi asiatici. Viene anche coltivato e venduto come pianta ornamentale, grazie ai suoi bellissimi fiori. Le foglie dell’oleandro sono strette e lunghe, mentre i fiori sono grandi e a forma di calice: il loro aspetto estetico è molto apprezzo grazie alla colorazione, che va dal rosa al rosso violaceo. A livello domestico, l’oleandro può essere piantato in un vaso e successivamente trasformato in albero se il fusto viene potato adeguatamente: la potatura viene fatta solitamente tra la fine dell’estate e l’inizio dei mesi autunnali.
L’oleandro è però molto velenoso: se viene ingerito può provocare numerosi problemi all’interno del nostro organismo, anche se non si tratta di rischi per la vita a breve termine. Tutte le parti della pianta contengono l’oleandrina, una sostanza tossica che può causare disturbi gastrici, problemi respiratori, sonnolenza e bradicardia.

Belladonna

Belladonna

La belladonna è una pianta erbacea e perenne, appartenente alla famiglia delle solanaceae: quando raggiunge il pieno del suo sviluppo può raggiungere il metro di altezza. Le foglie e il busto sono caratterizzati dalla presenza di una peluria dall’odore sgradevole, le sue bacche sono scure e ricche di semi, mentre fiori appaiono di colore violaceo. È una pianta ampiamente diffusa in Europa, in Asia e in Africa: si trova soprattutto nelle radure e nei boschi appenninici e alpini italiani, in quanto preferisce i terreni ad alte altitudini.
Si tratta di una pianta molto famosa per le sue proprietà medicinali, ma è anche altamente velenosa: è interamente tossica, a causa di alcaloidi tropanici pericolosi, quali la scopolamina e l’atropina. Le bacche, se ingerite, possono provocare infatti nausea e vomito, tachicardia, secchezza delle fauci, eccessiva sensibilità alla luce e dilatazione delle pupille. Inoltre, si tratta di una pianta dagli effetti allucinogeni: può provocare anche allucinazioni e deliri.

Aconito

Aconito

L’aconico è una pianta erbacea alpina perenne, subito riconoscibile per i suoi fiori blu a forma di spiga. Preferisce i climi freschi e temperati ed è diffuso soprattutto in Europa, nei boschi di montagna. Data la sua bellezza, l’aconito viene anche coltivato nei giardini. Le principali varietà di questa pianta sono l’aconito napello, con i suoi caratteristici fiori blu, e l’aconito vulparia, che si caratterizza per la presenza di fuori dal color giallo pallido.

Tuttavia, l’aconito è una pianta molto tossica, tanto che nell’antichità veniva utilizzata per uccidere i nemici, spesso utilizzando delle frecce avvelenate durante le battaglie. la pianta contiene diverse molecole tossiche: la più pericolosa è senza dubbio l’aconitina, uno dei veleni più potenti che ci siano. Infatti, la sua ingestione può provocare la morte nel giro di poche ore. L’intossicazione è rapida e tra i primi sintomi troviamo quelli tipici di una forma allergica. In seguito, si sviluppano problemi a livello cardiovascolare (come ad esempio difficoltà a respirare, tachicardia e bradicardia) e gastrointestinale (come nausea, vomito, dolori addominali e diarrea).

 

Altre piante velenose presenti in Italia sono l’agrifoglio, la ginestra, la cicuta maggiore, la panace gigante, la menta romana, il mughetto e lo stramonio comune. Particolare attenzione deve essere posta nei confronti di alcune piante che assomigliano a vegetali commestibili: è il caso della lattuga virosa, una pianta erbacea molto simile alla classica lattuga, da cui se ne differenzia per il lattice molto amaro che contiene sostanze tossiche per l’uomo.

Come riconoscere le piante velenose?

Come riconoscere le piante velenose

Innanzitutto è importante ricordare che le piante velenose non sono piante atipiche ed estranee dalla nostra vita quotidiana: sono infatti numerose le piante ricche di sostanze tossiche in cui ci imbattiamo non di rado. Risulta quindi importante imparare a conoscere le loro caratteristiche e quali sono le più diffuse.

Solitamente si tratta di piante molto belle dall’aspetto sgargiante, arricchite dalla presenza di bacche e fiori colorati. Inoltre, spesso emanano spesso un odore sgradevole, come nel caso della belladonna o della cicuta maggiore. Le piante velenose non si trovano solamente nei mesi più caldi, con lo sbocciare dei fiori, ma si presentano anche in inverno, quando diventano gli ornamenti delle abitazioni durante i periodi di festa: basti pensare alle stelle di natale, all’agrifoglio e al vischio.

In ogni caso, è importante ricordare di non raccogliere i fiori durante le passeggiate o all’interno di giardini, sia per rispettare l’ambiente naturale sia per non incorrere nei rischi per la salute. Inoltre, gli effetti delle sostanze tossiche variano da pianta a pianta, ed è importante agire il prima possibile per prevenire conseguenze gravi o fatali.

Piante velenose per gli animali: ecco quali sono

Esistono in natura tante piante tossiche per cani, gatti e altri animali domestici, che possono comportare anche gravi conseguenze. È necessario prestare attenzione a queste piante, soprattutto in caso di cuccioli, che per curiosità e gioco spesso ingeriscono semi e bacche.

Tra le piante da progetto giardino velenose per gli animali troviamo il ricino, la bella di notte e l’oleandro. La specie più sensibile al ricino è il cane e tra i sintomi più comuni troviamo aumento della temperatura corporea, vomito, dolori addominali, fino alla morte se non si interviene in due o tre giorni. La bella di notte, invece, presenta sostanze tossiche nei semi e nelle radici e comporta, se ingerita, principalmente problemi digestivi, in quanto provoca molta irritazione. Infine, l’oleandro può provocare negli animali sintomi tipico a quelli da intossicazione umana, come vomito, nausea e problemi epatici.

Altre piante pericolose sono quelle da appartamento, come le stelle di natale, che possono causare dermatiti vescicolari, congiuntivite e lacrimazione, così come irritazione delle mucose intestinali. Altre piante comunemente acquistate per le proprie abitazione a cui fare attenzione sono la monstera, una pianta che può essere masticata da cani e gatti con conseguente irritazione, dolore e ipersalivazione, e la dieffenbachia, che può comportare anche la morte.

Piante velenose: quali sono le specie mortali per l’uomo?

Piante velenose: quali sono le specie mortali per l\\uomo

Esistono al mondo numerose piante potenzialmente mortali l’uomo, molte delle quali diffuse anche in Italia. Oltre l’aconito precedentemente descritto nelle sue caratteristiche letali, vediamo nel dettaglio quali sono le piante più pericolose per gli esseri umani.
Il tasso comune: viene spesso utilizzato per la creazione di siepi ornamentali da progetto giardino. la pianta è completamente tossica, tanto da prendere il nome di albero della morte.

La taxina, in essa contenuta, è una sostanza che provoca un effetto narcotico e paralizzante, difficoltà respiratorie e cardiache, portando anche alla morte.
La menta poleggio: anche conosciuta come menta romana, è una pianta erbacea molto aromatica presente in tutto il bacino del mediterraneo. La pianta è altamente irritante se ingerita e in elevate quantità, ad esempio contenuta in un infuso, può causare danni epatici e neurologici che possono condurre alla morte.
La cicuta maggiore: è una pianta erbacea presente in tutto il territorio italiano, che si trova fino a 1800 metri di altitudine. Assomiglia al prezzemolo, ma si caratterizza per un forte odore nauseabondo, soprattutto quando viene spezzata. Si tratta di una pianta altamente velenosa, che può portare alla morte in caso di ingestione.

Lascia un commento